L’aiuto / The Help

Scritto il 30 settembre 2011

L'aiuto, di Kathryn StockettIn L’aiuto, il provocatorio romanzo di Kathryn Stockett sui domestici neri che lavoravano presso le famiglie bianche del sud nei primi anni ’60, una donna lavora instancabilmente. Lavora per tutta la notte.

E’ esausta. I suoi occhi bruciano, le sue dita sanguinano e le fanno male.
Sta stirando le pieghe degli abiti? Sta strofinando gabinetti? Sta lucidando l’argenteria per un’ importante riunione al club di bridge locale? Assolutamente no. Lei è Miss Skeeter Phelan, una donna bianca. E le donne bianche di “L’aiuto”, non fanno questi lavori degradanti. Anzi, non fanno quasi niente di niente.

Ma la coraggiosa, tenace Skeeter è diversa. Infatti sta sgobbando su un libro che svelerà le sofferenze sopportate dalle domestiche nere di Jackson, che Miss Skeeter decide di chiamare Niceville (lett. “la città graziosa”), anche se di grazioso non ha proprio nulla. Tutte le ragazze ex-universitarie di Ole Miss organizzeranno una rivolta se il libro di Skeeter dovesse vedere la luce.

Ma i guai e i problemi che riempiono le pagine del libro di Skeeter non sono nulla se confrontati con quelli a cui rischia di andare incontro il libro vero della Stockett. Questo è un romanzo di debutto di un’autrice del Sud che riporta le voci dei domestici neri con un dialetto stretto e datato.

E’ una storia che vuole valorizzare le vite dei domestici pur essendo in secondo piano rispetto a Skeeter e alle sue ambizioni letterarie. E celebra la noblesse oblige così alla svelta che l’audacia di Skeeter le fa guadagnare un dono da parte della congregazione religiosa nera locale “Questo, questo è per la signora bianca” dice il reverendo di quella chiesa “ditele che l’amiamo come se fosse una di famiglia”.

E ora qualche parola sulla Stockett.
Quando si trasferì a New York da Jackson, capì quanto fossero ambivalenti i suoi sentimenti riguardo alle sue origini. Se un newyorkese le avesse detto che Jackson deve essere un bel posto, lei avrebbe detto che è piena di criminalità.

Ma se un newyorkese avesse parlato in maniera sprezzante di Jackson, Kathryn Stockett l’avrebbe difesa. “Il Mississippi è come una madre per me” scrive in una postfazione a “L’aiuto”. E dopo aver affrontato anche con un po’ di fatica, questo romanzo problematico ma decisamente riuscito, vedrete che la Stockett dice la verità riguardo al suo rapporto di odio-amore con il suo ambiente famigliare.

Kathryn Stockett

Kathryn Stockett

A dispetto delle aspettative, la scrittrice bianca del romanzo non denigra i domestici neri, bensì i padroni bianchi. Le due domestiche protagoniste, la materna e affettuosa Aibileen e l’arrabbiata e litigiosa Minny, emergono nelle pagine del libro con tutto il loro calore e la loro gloria.

Gruppi di lettura armati di fazzoletti discuteranno molto del loro silenzioso coraggio e degli insulti violenti che devono sopportare da parte dei loro padroni presuntuosi e razzisti .

La peggiore di questi padroni, una donna conosciuta come Miss Hilly, tratta Minny come una ladra. E porta avanti una campagna per far si che le case di Jackson installino dei bagni in più affinché la servitù di colore non debba usare i bagni riservati alle famiglie bianche.

Coerentemente con quello che è il tono di tutto il romanzo – anche se in effetti potrebbe riflettere esattamente fatti di cui fu testimone Kathryn Stockett durante la sua giovinezza nel sud – la Junior League di Miss Hilly fa una raccolta di fondi per i “Poveri bambini africani colpiti dalla carestia” mentre tratta i poveri afro-americani di Jackson come dei subumani.

Miss Hilly è una tale strega che i lettori non desiderano altro che una casa le caschi addosso e la uccida. Lei diventa la nemesi di ognuno dei personaggi neri del libro e di molti di quelli bianchi. Nonostante Skeeter e Hilly siano state compagne di stanza al college, quest’ultima sembra più vecchia di decenni quando scelleratamente grida ai quattro venti le virtù della segregazione e la rettitudine dei politici del Mississippi.

Le notizie del mondo reale trapelano solo occasionalmente nel libro, con una rapida apparizione televisiva di James Meredith che abolisce la segregazione razziale di Ole Miss o altre notizie riportate in tono smorzato: “C’è una scaramuccia in Vietnam” nota Skeeter “il giornalista pensa che si risolverà senza troppo chiasso”.

La marea aumenta quando Sketeer si imbatte in un copia delle leggi di Jim Crow ed è stimolata all’azione; quando Sketeer la zitella progressista comincia ad uscire con il figlio di un intollerante politico locale; quando Sketeer comincia a chiedersi cosa sia successo a Costantine, la governante che l’ha cresciuta con amore; e quando sia Aibileen che Minny cominciano a diventare sempre più informate dei segreti delle famiglie dei loro padroni.

“L’aiuto” avrebbe potuto facilmente virare nella descrizione della violenta repressione dei comportamenti “sbagliati” delle domestiche (un personaggio viene accecato per aver accidentalmente usato un bagno per soli bianchi), ma Ms Stockett in realtà non lo porta in quella direzione. Lei è interessata all’affetto e all’intimità nascosti sotto connessioni famigliari apparentemente impersonali.

Aibileen è il personaggio più bello del libro, soprattutto nelle scene che la vedono prendersi cura di Mae Mobley, la bambina di cui si deve occupare. Aibileen ha imparato a sopportare il dolore di crescere un bambino bianco dopo l’altro solo per vederli crescere e andare via da lei, e perciò è ancora pronta ad abbracciarne un altro.

Come risulta dalla postfazione autobiografica della Stockett, questa è la parte della storia che conosce meglio; lei stessa ha avuto una madre bianca assente ed è stata cresciuta da una donna nera di nome Demetrie. Ha amato profondamente Demetrie ma non si era mai fermata troppo a pensare a come fosse la vita di Demetrie e dice che “L’aiuto” è stato scritto proprio per riempire questo vuoto.

I giochi di Mae Mobley includono anche quello di fingere di fare un sit-in davanti a Woolworth e di prendere l’autobus con Rosa Parks. Così vanno le cose in questa versione edulcorata della vita delle donne del sud, una vita in cui il pericolo reale è di solito un po’ distante.

Ad un certo punto Sketeer sente uno strano tipo, Bob Dylan, cantare una nuova strana canzone “The times are a-changin’” e si ritrova piena di ottimismo. Se però avesse sentito lo stesso Bob Dylan cantare “The lonesome death of Hattie Carroll”, la sua canzone di denuncia sulla morte per percosse di una 51enne barista nera avvenuta per mano di un giovane ricco bianco, “The help” si sarebbe potuto avventurare ben al di fuori del suo duro, ma pur sempre comodo e rassicurante, mondo.

(fonte)

Incipit

Agosto 1962

Mae Mobley è nata nel 1960, in agosto, una domenica mattina presto. Quelli che nascono la domenica mattina noi li chiamiamo bambini di chiesa. Io guardo i bambini bianchi, è questo che faccio, e poi cucino e faccio le pulizie. Ne ho tirati su diciassette nella mia vita. So farli addormentare e smettere di piangere, e so farli andare di corpo prima ancora che la loro mamma scende dal letto al mattino.

Ma una piccola che urla come Mae Mobley Leefolt non l’avevo mai vista. Il primo giorno che metto il piede in quella casa, lei è lì, rossa come un peperone, che grida per il mal di pancia e spinge via il biberon come una rapa marcia. Miss Leefolt guarda spaventata sua figlia. “Ma che cosa sbaglio? Perché non riesco a farla smettere questa qui?”

“Questa qui?” Capisco subito che qualcosa non va.

Dove trovare il libro online?

L’aiuto

The Help (L’aiuto, in lingua inglese)

The Help (film in DVD)


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