La mischia

Scritto il 30 settembre 2010

Il romanzo di cui vado a scrivere oggi si intitola La Mischia (Riotous Assembly, 1971) ed è stato scritto da Tom Sharpe, autore britannico che purtroppo non è molto noto in Italia. Dico purtroppo perché per gli amanti del genere umoristico, questo è senza dubbio un autore imperdibile.
Sharpe nasce nel 1928 a Londra, nel 1951 si trasferisce in Sud Africa dove lavora come insegnante ed assistente sociale. Nel 1961 viene espulso dal Paese con l’accusa di svolgere attività antigovernative.

Proprio il suo lungo soggiorno sudafricano gli fornisce l’ispirazione per scrivere questo suo primo romanzo, ambientato a Piemburg, desolata, decadente oltremodo noiosa cittadina della regione dello Zululand, in cui non succede quasi nulla di davvero notevole, fino al giorno in cui l’arzilla e ricca signorina Hazelstone di Jacaranda Park, non si autoaccusa dell’omicidio del suo cuoco-amante di colore.

A questo punto entrano in scena i bislacchi, assurdi protagonisti di questo esilarante romanzo: il capo della polizia van Heerden, che ha chiare origini boere ma che aspira neanche troppo velatamente ad essere integrato nella locale comunità inglese, il tenente Verkramp, che al contrario odia gli inglesi e si batte strenuamente per evitare la diffusione del comunismo nel Paese e l’agente Els, violento, razzista, sessualmente disturbato.

Di fronte ad una simile rivelazione il comandante van Heerden si preoccupa subito di non far divulgare la notizia, per non compromettere l’onore della città e della sua rispettabile popolazione. Nel maldestro tentativo di insabbiare il tremendo delitto (la signorina ha usato una terribile spingarda che ha letteralmente disintegrato il corpo del povero zulu), il comandante riesce a creare una serie di incredibili nonché rocambolesche situazioni, che alla lunga finiscono con il complicare ancor di più il già intricato fattaccio delittuoso.

Con questo romanzo (e gli altri a seguire) Sharpe dimostra di saper portare a galla l’immoralità, le nefandezze e le bassezze di un’intera società. Qui è il Sud Africa dell’apartheid e le sue assurde leggi razziali, la mentalità ottusa e violenta, la stupidità e la volgarità di un sistema politico; e non tragga in inganno il suo tono scanzonato e grottesco, o il fatto che spesso usi nei suoi dialoghi un campionario di volgarità degno dei peggiori scaricatori di porto!

In realtà Sharpe non è uno scrittore “facile”, anzi ha una notevole capacità e raffinatezza stilistica e le sue opere sono sì umoristiche, satiriche e taglienti ma non sono per nulla di basso livello. Ed è così capace nella sua scrittura, che riesce a far apparire quasi normali e assolutamente credibili anche le situazioni più illogiche ed irreali che sono la caratteristica ricorrente di tutti i suoi romanzi. Protagonisti esilaranti ed improbabili che si ritrovano sempre coinvolti in eventi comici e tragici allo stesso tempo, ma così ben raccontati da sembrare plausibili anche al lettore meno ingenuo di questo mondo.

Se vi volete fare due belle e sane risate La Mischia è quello che fa per voi!

Incipit

Non lasciatevi ingannare dalla città di Piemburg. Laggiù, niente è mai esattamente quello che sembra. Posta sulle prime pendici del Drakensberg, quasi prostrata ai piedi di una grossa collina dalla cima piatta, essa ha ben pochi connotati della metropoli.

I viaggiatori che aspettano la coincidenza per Johannesburg non escono neanche dalle strutture di ferro arrugginito della stazione, e chi sfreccia in auto sulla National Highway scorge una cittadina che ha tutta l’aria di essere morta e imbalsamata da un pezzo.

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