Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Scritto il 30 maggio 2016

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, di Mark HaddonPer avvicinarci al primo sorprendente romanzo di Mark Haddon – Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – dobbiamo ripensare al nostro modo di leggere e di percepire quanto egli stesso ci racconta, altrimenti potrebbe risultare difficile per noi lettori comprendere fino in fondo quanto sia originale e fuori dagli schemi la figura di Christopher Boone, il suo protagonista quindicenne.

Christopher vive a Swindon, una cittadina inglese, insieme a suo padre; è un mago della matematica e della fisica, snocciola numeri primi e radici quadrate con la stessa facilità con cui una persona normale recita l’alfabeto, sa parlare dell’origine dell’universo con lo stesso aplomb di Stephen Hawking. Ma ha un sacco di problemi con le persone, perché Christopher è autistico.

Ha problemi a comprendere i sentimenti delle persone e non capisce perché queste usino metafore o mentano. Quando pensa alla propria memoria, lo fa come se fosse un film, quando pensa al proprio cervello lo vede come un computer. Nel mettere al centro del romanzo la figura di Christopher, Haddon ha scelto deliberatamente di creare una storia che fosse definita e delimitata dal punto di visto altamente logico e lineare del suo protagonista. Ciò che ne risulta è una narrativa minimale, in cui non esiste alcuna speculazione emotiva.

La totale incapacità di Christopher di mentire riguardo agli avvenimenti di cui ci parla e la sua incapacità di rendere sentimentali le proprie azioni o le azioni degli altri, fanno sì che la storia acquisti un potere viscerale, una precisione misurata che mette l’autore nella condizione di poter parlare di temi universali come l’amore, la mortalità e la perdita senza sembrare scontato o malinconico.

Mark Haddon

Mark Haddon

Haddon, autore di molti libri per bambini, ed ex insegnante di persone con disabilità mentali e fisiche, non è mai accondiscendente verso il suo narratore, non dà mai una visione romantica della condizione mentale del ragazzo. A volte Christopher sa essere molto infantile, altre riesce ad essere molto distaccato. Nel suo sogno preferito, un virus ha ucciso tutte le persone che si guardano in faccia mentre parlano, gli unici sopravvissuti sono “le persone speciali, come me” che “amano starsene da sole” e che sono “timide e rare come l’okapi nella giungla del Congo”.

Christopher si lamenta del fatto che gli altri bambini che frequentano la sua scuola per “persone speciali” siano stupidi e diventa violento quando qualcuno prova a toccarlo. Quando è agitato, si lamenta tra sé e sé e nasconde la faccia in un angolo del muro. Le sue difficoltà nel far fronte alla vita quotidiana erano oggetto di discussione tra i suoi genitori, prima che sua madre si ammalasse e morisse.

Un giorno Christopher scopre che Wellington, il cane di un suo vicino, è stato ucciso con un forcone e decide di investigare come farebbe Sherlock Holmes, nel quale si identifica per la sua capacità di osservare e razionalizzare la realtà.

A Christopher piacciono i misteri perché assomigliano a dei puzzle e lui adora i puzzle, perché quando mette le cose in ordine riesce a calmarsi, proprio come quando esegue un test di matematica. Nonostante gli avvertimenti del padre, a restare fuori dagli affari degli altri, lui comincia ad investigare, a fare domande ai propri vicini, ad esaminare la scena del delitto e usa il suo altissimo senso della logica per cercare di dare un senso a tutti gli indizi raccolti.

Alla fine il lavoro investigativo lo condurrà fino a Londra, in un viaggio spaventoso che Haddon ci fa vivere proprio attraverso il punto di vista del ragazzo, un viaggio straziante e pauroso da action thriller, che ci svela molto segreti sepolti nel passato della sua famiglia. Uno di questi segreti sconvolge il suo mondo ermetico e lo obbliga a rivalutare tutto ciò che aveva dato per scontato: una prospettiva terrificante per chi vive con l’ansia di vedere il minimo cambiamento nella proprio routine quotidiana.

Nel riportare questi avvenimenti attraverso una narrativa non lineare e piena di digressioni, Christopher emerge come un personaggio estremamente vivido. Mai, neppure per un solo momento, si sente un adolescente medio o come il ritratto composito di qualcuno affetto dalla sindrome di Asperger.

Ma allo stesso tempo, Haddon scrive con una tale empatia, una tale comprensione della vita interiore di Christopher, che riesce a rendere le sue ossessioni e i suoi bisogni uno specchio nel quale possiamo vedere e riconoscere la nostra stessa necessità di ordine e sicurezza Egli riesce a rendere la “detective story” di Christopher un romanzo di formazione che non parla dellla ricerca di soluzioni e prove ma piuttosto della nostra capacità di venire a patti con il disordine e i tradimenti della nostra vita da adulti.

(fonte)

Incipit

Mezzanotte e 7 minuti. Il cane era disteso sull’erba in mezzo al prato di fronte alla casa della signora Shears. Gli occhi erano chiusi. Sembrava stesse correndo su un fianco, come fanno i cani quando sognano di dare la caccia a un gatto. Il cane però non stava correndo, e non dormiva. Il cane era morto. Era stato trafitto con un forcone. Le punte del forcone dovevano averlo passato da parte a parte ed essersi conficcate nel terreno, perché l’attrezzo era ancora in piedi. Decisi che con ogni probabilità il cane era stato ucciso proprio con quello perché non riuscivo a scorgere nessun’altra ferita, e non credo che a qualcuno verrebbe mai in mente di infilzare un cane con un forcone nel caso in cui fosse già morto per qualche altra ragione, di cancro per esempio, o per un incidente stradale. Ma non potevo esserne certo.

Dove trovare il libro online

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, su AMAZON

The Curious Incident of the Dog in the Night-Time, in inglese

 

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