Tutta mia la città. Diario di un bike messenger

Scritto il 8 luglio 2011

Tutta mia la città, di Roberto Peia, Ediciclo editoreSapete chi è un bike messenger? Ok, ne avrete sentito parlare qualche volta, magari di sfuggita, alla radio, o forse in qualche raro servizio televisivo, avrete letto forse un articolo in qualche rivista… ma sapete davvero chi è e cosa fa un bike messenger? Roberto Peia ce lo spiega benissimo in questo suo delizioso e divertente libro che si intitola (e mai titolo fu più azzeccato…) Tutta mia la città. Diario di un bike messenger.

La città in questione è Milano e Peia è il fondatore, presidente, corriere, addetto stampa e chissà cos’altro, della UBM, la Urban Bike Messenger appunto, la prima società italiana di fattorini/corrieri a due ruote. Non che Peia & Co. abbiano inventato nulla di nuovo.

Come ci spiega l’autore, l’idea di trasportare da un capo all’altro delle grandi città pacchi, buste e colli di dimensioni tali da poter entrare nello speciale zaino del messenger, non è certo nata qui in Italia, anzi. Come accade spesso, le buone idee arrivano dagli USA e anche nel caso specifico è lì che negli anni ’80 furono fondate le prime società di messengers, per diffondersi poi nel Nord Europa, dove l’uso della bici in città è molto più esteso che da noi, agevolato anche da un senso civico e da un rispetto per chi pedala/cammina che non può che farci invidia.

Dire che Peia ha mostrato coraggio nel voler scommettere su una attività commerciale di questo tipo, può sembrare esagerato, ma avete presente Milano? Avete presente il traffico di Milano? Avete presente le piste ciclabili di Milano? E le sue strade? Ecco, non c’è molto altro da aggiungere. Comunque la società è nata circa 3 anni fa e ha avuto successo. Il perché ce lo racconta l’autore nel suo libro, una sorta di diario, una raccolta di pensieri, ricordi e considerazioni, un resoconto molto personale, a tratti intimistico, delle sue giornate passate a pedalare per Milano.

tutta-mia-la-citta-roberto-peiaQuello che emerge pagina dopo pagina è soprattutto la passione enorme e imprescindibile dell’autore per la bicicletta. Questa passione e la convinzione che si può contribuire a “salvare” il nostro pianeta malato e asfittico usando le due ruote per spostarsi, sono, anzi no, devono essere requisiti essenziali per decidere di fare questo mestiere.

Perché andare in bici piace a tutti, specie nelle belle giornate di primavera, con il sole e l’aria fresca, magari mentre ci si inerpica su una tortuosa e tranquilla stradina in mezzo ai vostri colli/monti preferiti, ma farlo in città in mezzo allo smog, sotto la pioggia, sotto la neve, rischiando di farsi investire da una macchina o facendosi molto male (vedi pag. 150 “Il giorno della portiera”, dove la portiera non è una simpatica signora a guardia dell’androne di un palazzo signorile del centro…), è davvero tutta un’altra storia.

Peia è un giornalista professionista che, causa crisi economico-lavorativa, si è inventato un mestiere originale e politically correct che al di là dell’aspetto strettamente economico, gli procura soddisfazioni enormi, e questo si percepisce fortemente leggendo il suo libro, così come traspare il suo entusiasmo, il suo, malgrado tutto, amore per Milano, città controversa e complicata, di cui riesce a vedere e a scoprire la bellezza di certi cortili nascosti, di certi giardini “segreti”, che noi neanche immaginiamo possano esistere (e per questo credo che i milanesi dovrebbero leggerlo…).

E’ un libro per chi ama la bicicletta, ma anche per chi (come me) ne capisce poco o nulla, perché Peia, e di questo gliene siamo grati, fa il possibile per non farci sentire troppo ignoranti quando ci parla di bici a scatto fisso, critical mass o bakfiets, avendo pensato bene di corredare il suo libro di un utile glossario minimo.

Un’ultima considerazione: ogni capitolo si chiude con il titolo di un brano musicale e con il relativo commento dell’autore. Peia sottolinea che non si tratta di una classifica, ma può comunque essere una valida fonte di spunti e suggerimenti per chi è abituato a pedalare con l’iPod.

P.S. Tutta mia la città è pubblicato dalla casa editrice Ediciclo che come suggerisce il nome stesso, pubblica e distribuisce romanzi, saggi, manuali, guide ecc… che parlano di bicicletta, di persone che hanno o hanno avuto a che fare con la bicicletta e di tutto quanto concerne le due ruote (e non solo direi, almeno da quanto ho visto nel catalogo). Ammetto che prima di leggere il libro di Peia non conoscevo la suddetta casa editrice e scommetto che lo stesso vale per molti di voi lettori.

P.P.S. questo libro mi è stato regalato dall’autore, che ringrazio.

Incipit

L’alba

Abbiamo iniziato: oggi è nata UBM (Urban Bike Messengers), la prima società di corrieri in bicicletta… che san Lazzaro, protettore dei ciclisti milanesi, ce la mandi buona.

Dove trovare il libro online?

Tutta mia la città. Diario di un bike messenger

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