Tutto per una ragazza

Scritto il 7 ottobre 2010

La Gran Bretagna ha il livello più alto di gravidanze adolescenziali in Europa. Si tratta di un vero e proprio fenomeno sociale e ne ho avuto prova qualche anno fa quando, durante un soggiorno a Londra, vidi alla BBC in prima serata un interessante programma che parlava proprio di quest’argomento. Quindi non stupisce il fatto che Nick Hornby ci abbia anche scritto un bel romanzo che si intitola Tutto per una ragazza (Slam, 2007).

La trama è semplice: Sam Jones ha 16 anni e due genitori divorziati. La madre di anni ne ha 32 e passa da un fidanzato- strazio all’altro mentre il padre, che fa l’idraulico, non fa molto per essere davvero presente nella sua vita. Sam è un sedicenne assolutamente normale. Non è il prototipo dell’adolescente ribelle, problematico e disadattato che si trova in molti altri romanzi.

E’ un ragazzino che a scuola va così così, non crea problemi, ha la passione dello skate (non skateboard, solo skate) ed il suo unico incontrastato idolo è Tony Hawk, un campione della disciplina che ha anche scritto un libro, Hawk-Occupation: Skateboarder, che per Sam diventa una vera e propria fonte di saggezza, in cui trovare le risposte alle sue molteplici domande.

Al punto che con TH arriva a parlarci davvero e a raccontargli giorno per giorno della sua vita, dei suoi problemi. Ok, tutto bene fin qua. La storia si complica un po’ quando incontra Alicia, figlia di una conoscente della mamma, che vive in una casa molto più grande della sua, ha un padre che fa il professore ed è anche piuttosto antipatica, all’inizio almeno. Poi a poco a poco l’antipatia reciproca scompare e tra i due scocca la scintilla. Si innamorano, o almeno così credono, si frequentano, fanno sesso e lei resta incinta.

E qui le loro vite prendono una piega mica tanto simpatica. I genitori di lei sono furiosi, la giovane mamma di lui è sconvolta e quasi non riesce a credere che l’amato pargolo stia ripercorrendo il suo stesso incasinatissimo percorso. E così la vita continua, ma molto molto diversa da come Sam immaginava.

Quello che succede poi è facilmente immaginabile: la gravidanza, il parto (Alicia decide di chiamare il bimbo Rufus, come Rufus Wainwright, il cantante che stava ascoltando mentre partoriva; splendida la battuta della mamma di Sam: “Bè, allora poteva andare peggio. Poteva chiamarsi Kylie. O Coldplay. Coldplay Jones“),  un tentativo di convivenza molto ma molto disastroso e l’amore adolescenziale che inesorabilmente muore. E per sapere cosa ne sarà delle loro vite e cosa riserverà loro il futuro… leggete il libro fino alla fine!

Inutile dire che è proprio un bel libro. E’ scorrevole, piacevole e pieno di humour; Sam è un personaggio molto misurato, mai sopra le righe, assolutamente credibile, capace di intenerire e divertire allo stesso tempo. Hornby inoltre usa una tecnica narrativa un po’ particolare, perché immagina che Sam sogni il suo futuro esattamente come sarà, con il bimbo già nato ma ancora piccolo, un po’ come se avesse voluto scrivere un lungo epilogo, ma invece di relegarlo in fondo al libro ha voluto farlo diventare parte integrante di esso.

E’ un romanzo che Hornby ha pensato per un pubblico di “young adults”, insomma adolescenti-quasi adulti, ma secondo me è adatto a tutti, anche se magari l’argomento trattato lo rende più interessante per il pubblico femminile.

Incipit

Dunque, tutto procedeva piuttosto bene. Anzi, direi che da un sei mesi succedevano praticamente soltanto cose belle.
– Per esempio: la mamma si era tolta dai piedi Steve, il suo strazio di fidanzato.
– Per esempio: dopo una lezione, la Gillett, la prof di arte e design, mi aveva preso da parte per chiedermi se pensavo di studiare arte all’università.
– Per esempio: improvvisamente, dopo aver fatto per settimane la figura del cretino in pubblico, avevo imparato due nuovi trick di skate. (Scommetto che non andate tutti sullo skate, quindi mi sa che devo chiarire subito una cosa, tanto per evitare terribili equivoci. Skate = skateboard. Noi non diciamo mai skateboard, quindi sarà l’unica volta che userò questa parola in tutta la storia. E se continuerete a immaginarmi fare lo scemo su un paio di schettini, mettiamo, o di pattini o quel che è, la colpa sarà soltanto vostra.)
Tutto questo, e in più avevo conosciuto Alicia.

Dove trovare il libro online?

Il film SLAM – TUTTO PER UNA RAGAZZA è un adattamento del romanzo del 2007  di Nick Hornby, che però sposta l’ambientazione da Londra a Roma.

Come nel romanzo il protagonista è Samuele, un ragazzo di sedici anni con una grande passione per lo skateboard. Samuele passa le sue giornate con gli amici tra salti, evoluzioni e cadute, e coltiva un’amicizia tutta immaginaria con il suo eroe, Tony Hawk. Vorrebbe andare all’università, viaggiare, magari vivere in California. Vorrebbe soprattutto essere il primo della sua famiglia a non inciampare nell’errore di diventare genitore a sedici anni, come è capitato a sua mamma e a sua nonna. Ma è difficile sfuggire al singolare destino della sua famiglia.

Dunque, tutto procedeva piuttosto bene. Anzi, direi che da un sei mesi succedevano praticamente soltanto cose belle.
– Per esempio: la mamma si era tolta dai piedi Steve, il suo strazio di fidanzato.
– Per esempio: dopo una lezione, la Gillett, la prof di arte e design, mi aveva preso da parte per chiedermi se pensavo di studiare arte all’università.
– Per esempio: improvvisamente, dopo aver fatto per settimane la figura del cretino in pubblico, avevo imparato due nuovi trick di skate. (Scommetto che non andate tutti sullo skate, quindi mi sa che devo chiarire subito una cosa, tanto per evitare terribili equivoci. Skate = skateboard. Noi non diciamo mai skateboard, quindi sarà l’unica volta che userò questa parola in tutta la storia. E se continuerete a immaginarmi fare lo scemo su un paio di schettini, mettiamo, o di pattini o quel che è, la colpa sarà soltanto vostra.)
Tutto questo, e in più avevo conosciuto Alicia.

Altri sono arrivati cercando...

tutto per una ragazza riassunto.

Tags: , ,

2 commenti per “Tutto per una ragazza”

  1. Stefano Ciao

    Scusa, ma se cerco un riassunto è perchè non ho voglia di leggere il libro, no? Quindi, cosa mi dici di leggere il libro per sapere come finisce? Cordiali saluti

  2. S’intuisce fin dalle prime sequenze che il terzo lungometraggio di Andrea Molaioli sia il risultato di un percorso approfondito dentro a quell’infernale paradiso chiamato “adolescenza”.

    Se la materia di base giunge dalla penna navigata e prolifica di Nick Hornby (Slam, 2007), il lavoro di non facile adattamento ambientale risiede nello studio del regista romano, chiamato a trasferire una vicenda così smaccatamente anglosassone in un contesto italiano, in cui il grado di separazione genitori-figli è ben più vistoso. (…)

    Lo sguardo di Molaioli, che trova nel meccanismo di “presa di coscienza” una costante nel proprio cinema, mostra tutta la volontà a restare solidamente agganciato al punto di vista di Samuel, che non solo è un teenager ma è anche uno skater, e quindi si organizza formalmente in continue evoluzioni / rivoluzioni sintattiche come stesse viaggiando sulle montagne russe.

    Tenere il passo dietro a una tale ambizione poetica è impresa di raro successo e gli scivoloni narrativi e ritmici del film pagano il prezzo di un obiettivo forse troppo audace. (…)

    fonte: http://www.mymovies.it/film/2016/tuttoperunaragazza/

Scrivi un commento